"Le mie idee, uno schermo e una tastiera sono per me come i capelli di Sansone. Privatemene e diventerò indifeso".

Il caso Genovese e il garantismo che sta andando a farsi fottere.

, by Yoga

Del fatto che Beppe Grillo non capisca un tubo ne abbiamo avuto l'ennesima prova due giorni or sono, quando i suoi ragazzi alla Camera hanno urlato come animali contro il deputato Pd Genovese ed hanno pressato oltre modo per votare l'approvazione alla sua carcerazione preventiva.
Io che non voto Pd sono ugualmente rimasto inorridito dal comportamento oltremodo agguerrito e animalesco dei grillini, e stupefatto per la vigliaccheria e la mancanza di palle quadrate di Matteo Renzi.
Che il premier sia un ragazzo alle prime armi ne abbiamo avuto la prova pure in questa circostanza, poiché di fronte alla folla urlante e forcaiola lui avrebbe dovuto battere i pugni sul tavolo e dire senza mezzi termini che la carcerazione preventiva è l'ultima opzione da prendere in considerazione e che quindi un paese come il nostro non può permettersi di fare giustizia sommaria dentro il Parlamento solo perché un branco di giovani ancora adolescenti nei modi non sanno frenarsi ed esprimersi con giudizio.
Il deputato Genovese è accusato di reati gravi, di reati che oggigiorno sono odiati dalla popolazione, soprattutto da quella fetta di italiani che fatica ad arrivare a fine mese, perché secondo l'accusa Genovese ha sottratto milioni di euro di finanziamenti europei alla formazione professionale, e se in astratto questi denari provengono anche dalle nostre tasche, immagino che chi non se la sta passando bene sia anche ragionevolmente incazzato.
Ma la politica è ben altro, e il Governo avrebbe avuto i numeri sufficienti per onorare quel suo compito che la Costituzione gli affida, ovvero esser titolare del potere esecutivo.
Il garantismo è il sale della vita d'un paese occidentale, questa fetta di mondo tanto malata ma anche tanto bella e migliore della parte restante, dove si vive assai male e dove la legge è veramente sommaria, ovvero ingiusta quasi sempre.
Di quei manettari bifolchi che hanno maramaldeggiato in Parlamento grazie ad un consenso ottenuto non su un programma ma sulla rabbia de' noantri e che lor signori hanno solo saputo incrementare, su questi individui estremamente pericolosi non ho intenzione di dire altro, perché già sapevo che saremmo arrivati a questo livello di barbarie e perché ormai la folla è inferocita, difficilmente contenibile, e queste elezioni europee non faranno altro che incrementare questo mio timore.
Matteo Renzi è un ciarlatano, un pagliaccio, si sta tradendo ed io spero che questo serva di lezione per tutti coloro che credono nel mito della rottamazione come medicina infallibile e nel mito nella giovane età come unico requisito per poter governare il paese.
Matteo Renzi ha abbandonato uno dei suoi uomini migliori (Genovese ha preso migliaia e migliaia di preferenze alle ultime primarie Pd) nel momento del bisogno, il che non significa che avrebbe dovuto difendere l'indifendibile, ma piuttosto che avrebbe dovuto agire come la coscienza gli dettava e non come il culo che gli si stringeva dalla fifa e anche dalla voglia di racimolare altri voti. Avrebbero dovuto studiare le carte, porsi delle domande e anche non accettare la richiesta della magistratura, perché una cosa è certa a questo mondo, i magistrati sono tutto tranne che infallibili e quando sbagliano loro ci va di mezzo la vita d'una persona.
Sembra davvero Tangentopoli, ma non tanto per le ruberie diffuse e sgamate, quanto per il costante tintinnare di manette.
Con 371 voti favorevoli e 39 contrari, la Camera del Parlamento italiano si è resa complice di una delle più grandi barbarie che in un paese occidentale si possa commettere: la carcerazione d'una persona ancora innocente.

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